Il World Wide Web ha le potenzialità per svilupparsi in un'enciclopedia universale che copra tutti i campi della conoscenza e in una biblioteca completa di corsi per la formazione. Questo risultato si potrebbe ottenere senza particolare sforzo, se non ci fossero interferenze. Ma le corporazioni si stanno già mobilitando per orientare il futuro verso una strada diversa, un futuro in cui possano controllare e limitare l'accesso ai materiali per l'apprendimento, per spillare denaro a chi vuole imparare.
Per essere sicuri che il web si sviluppi per ottenere il risultato migliore e più naturale, cioè che diventi un'enciclopedia libera, dobbiamo fare uno sforzo consapevole per evitare il sequestro deliberato delle informazioni enciclopediche e formative sulla rete. Non possiamo evitare che gli affari limitino le informazioni disponibili; quello che possiamo fare è fornire un'alternativa. Dobbiamo lanciare un movimento che sviluppi un'enciclopedia universale libera, simile al movimento del Software Libero che ci ha dato il software libero del sistema operativo GNU/Linux. L'enciclopedia libera fornirà un'alternativa a quelle riservate prodotte dalle corporazioni dei media.
Il resto di questo articolo vuole delineare ciò che l'enciclopedia libera deve fare, quali tipi di libertà deve offrire al pubblico e come possiamo iniziare a svilupparla.
L'enciclopedia libera non verrà pubblicata in un unico luogo. Consisterà di tutte le pagine web che riguardino argomenti adatti e che siano state rese adeguatamente disponibili. Queste pagine saranno svilupppate in modo decentralizzato da migliaia di contributori che scriveranno articoli in modo indipendente e li posteranno nei vari server web. Non ne sarà responsabile nessuna organizzazione perché una tale centralizzazione sarebbe incompatibile con uno sviluppo decentralizzato.
Perciò è importante accogliere ed incoraggiare anche i contributi meno consistenti. Scrivere un libro di testo come materiale di un intero semestre è un lavoro impegnativo e solo una piccola parte degli insegnanti contribuirebbe in quella misura. Ma scrivere su un argomento che si limiti ad una lezione per una classe è un contributo alla portata di molti. Un certo numero di piccoli contributi di questo tipo può coprire l'intera gamma della conoscenza.
In progetti come questo, all'inizio si procede lentamente per alcuni anni; poi si accelera man mano che il lavoro fatto spinge sempre più persone ad aggregarsi. Successivamente lo sviluppo è esponenziale. Perciò non dovremmo scoraggiarci se nei primi anni non ci avvicineremo per niente alla conclusione. Sarebbe più significativo prima di tutto illustrare ciò che può essere fatto, e diffondere l'interesse per l'obiettivo a lungo termine, in modo da invogliare altri a partecipare al progetto.
Questo significa che il lavoro dei pionieri nei primi anni deve essere soprattutto determinato. Dobbiamo stare attenti a non accontentarci di un obiettivo meno utile e meno idealistico solo a causa della grandezza del compito. Invece di misurare i nostri primi passi sulla base dell'intero lavoro, dovremmo pensare che siano esempi e confidare che ispirino un numero crescente di contributori a partecipare e portare a termine l'opera.
Tuttavia, solo alcuni tipi di informazioni possono far parte di un'enciclopedia. Per esempio, relazioni accademiche, dettagliati database statistici, servizi giornalistici, narrativa e arte, vaste bibliografie e cataloghi di prodotti, pur essendo utili, sono fuori dalla portata di un'enciclopedia. (Alcuni degli articoli potrebbero contenere utili link a tali opere.)
I corsi presenti nelle risorse di apprendimento sono una generalizzazione ipertestuale dei libri di testo utilizzati per insegnare una disciplina a se stessi o alla classe. Le risorse di apprendimento dovrebbero alla fine includere corsi per tutte le discipline accademiche, dalla matematica alla storia dell'arte, e anche materie pratiche come il giardinaggio, finché farlo abbia senso. (Alcune materie pratiche, come per esempio fare massaggi o suonare in complessi strumentali, non si possono studiare da un "libro" senza un insegnante in carne ed ossa: questi sono probabilmente meno utili da includere.) L'enciclopedia dovrebbe coprire queste discipline a tutti i livelli utili, che potrebbero in alcuni casi andare dalla prima classe a corsi di perfezionamento.
Un articolo per l'enciclopedia, per essere utile, dovrà affrontare un argomento specifico ad uno specifico livello e ciascun autore dovrà contribuire principalmente focalizzando la sua attenzione su un'area che lui o lei conosce molto bene. Ma dobbiamo tenere bene a mente, mentre lo scriviamo, la concezione di un'encicplopedia libera che abbia finalità universale, in modo da poter contrastare fermamente ogni tentativo di porre limiti artificiali sia alle finalità che allo status libero dell'enciclopedia.
Le enciclopedie convenzionali non libere pubblicate da società come Microsoft saranno sicuramente messe a disposizione sul web, prima o poi; ma probabilmente si dovrà pagare per leggere un articolo e sicuramente sarà vietato ridistribuirli. Se ci accontentiamo della conoscenza come comodità, accessibile soltanto tramite una burocrazia computerizzata, possiamo semplicemente lasciare che siano le società a fornirla.
Ma se vogliamo che la conoscenza umana continui ad essere aperta e liberamente disponibile all'umanità, dobbiamo fare sì che sia disponibile in questo modo. Dobbiamo scrivere un'enciclopedia libera, perciò dobbiamo prima di tutto definire la più appropriata interpretazione di 'libero' per un'enciclopedia su Internet. Dobbiamo decidere quali criteri di libertà un'enciclopedia libera e le risorse di apprendimento libere dovrebbero soddisfare.
Non c'è bisogno, per far ciò, di fondare un'organizzazione o un apparato burocratico, perché agli utenti di Internet piace avviare "siti mirror" con i duplicati di pagine web interessanti. Ciò che dobbiamo fare in anticipo è assicurarci che questo sia legalmente permesso.
Perciò, ciascun articolo dell'enciclopedia e ciascun corso dovrebbero esplicitamente garantire a chiunque il permesso irrevocabile di fare copie letterali da rendere disponibili sui mirror. Questo permesso dovrebbe essere uno dei principi di base riconosciuti dell'enciclopedia libera.
Forse, un giorno, ci saranno sforzi sistematici per assicurare che ogni articolo e ogni corso sia replicato in molte copie - forse almeno una per ciascun continente abitato. Questo sarà un'estensione naturale della missione di archiviazione che le biblioteche intraprendono oggi. Ma sarebbe prematuro predisporre fin d'ora piani formali. Per il momento è sufficiente assicurare loro il permesso di fare il mirroring quando possono farlo.
Cercare di combattere questa tendenza sarebbe controproducente. Il modo più facile per rendere l'enciclopedia disponibile in tutte le lingue è quello di incoraggiare a tradurre ciò che qualcun altro ha scritto. In questo modo, ogni articolo può essere tradotto in molte lingue.
Ma se questo dovesse richiedere permessi espliciti, sarebbe troppo difficile. Perciò deve venir adottata una regola fondamentale, cioé che chiunque possa pubblicare una traduzione accurata di qualsiasi articolo o corso, purché accompagnata dalle relative attribuzioni. Ogni articolo e corso dovrebbero inoltre dichiarare il permesso alla traduzione.
Per assicurare l'accuratezza della traduzione l'autore dell'originale dovrebbe riservarsi il diritto di pretendere le correzioni alla sua traduzione. Un traduttore dovrebbe dare all'autore dell'originale un periodo di tempo ragionevole per farlo, diciamo tre mesi, prima di pubblicare la traduzione. In seguito, il traduttore dovrebbe continuare a fare le correzioni a richiesta dell'autore, ogni qual volta questi le richieda.
Nel tempo, dal momento che aumenterà man mano il numero di persone coinvolte nelle attività dell'enciclopedia, i contributori potrebbero formare delle Translation Accuracy Societies (Società per l'Accuratezza delle Traduzioni) per le diverse lingue, che si occuperebbero di assicurare l'accuratezza delle traduzioni in quelle lingue. Un autore potrebbe allora affidare ad una TAS l'incarico di controllare e correggere una determinata traduzione di una determinata opera. Potrebbe essere saggio tenere le TAS separate dagli effettivi traduttori, cosicché ogni traduzione possa essere controllata da altri che non ne siano i traduttori.
Diversi autori potrebbero, se interessati, stabilire regole proprie per quanto riguarda una corretta attribuzione: questo va bene. A meno che le regole stabilite per un particolare lavoro siano irragionevoli o inattuabili, non causeranno problemi.
La GNU Free Documentation License sarebbe una buona licenza da usare per i corsi.
Oltre a ciò, una versione alterata dell'immagine potrebbe illustrare un'idea diversa ma ad essa correlata. Potreste iniziare con un diagramma utile per un teorema di geometria e fare aggiunte, per produrre un diagramma rilevante per un altro teorema.
Il permesso di modificare immagini e video è particolarmente importante perché l'alternativa, cioè realizzarle di sana pianta, è spesso molto difficile da fare. Non è così difficile scrivere il proprio testo, per spiegare certi fatti dal proprio punto di vista, ma la stessa cosa non si può fare con un'immagine.
Naturalmente, versioni modificate di immagini e video dovrebbero essere etichettate come modificate, per evitare che venga fatta una falsa attribuzione del loro contenuto, e dovrebbero dare adeguato riconoscimento pubblico all'originale.
Se l'enciclopedia libera sarà un successo, diventerà così onnipresente ed importante che non oseremo permettere a nessuna organizzazione di decidere quello che sarà importante come parte di essa. Questa organizzazione avrebbe troppo potere; si cercherebbe di politicizzarla o corromperla, e potrebbe facilmente accadere.
L'unica soluzione a questo problema è non avere una simile organizzazione, e rifiutare l'idea di un controllo di qualità centralizzato. Invece, dovremmo lasciar decidere a tutti. Se una pagina web parla di un argomento adeguato, e soddisfa i criteri per un articolo, allora possiamo considerarla un articolo. Se una pagina soddisfa i criteri per un corso, allora possiamo considerarla un corso.
Ma cosa succede quando alcune pagine sono sbagliate o perfino ingannevoli? Non possiamo presupporre che non possa succedere. Ma la soluzione sarà che altri articoli evidenzino l'errore. Invece di avere un "controllo di qualità" da parte di una organizzazione privilegiata, avremo una revisione da parte di diversi gruppi, che guadagneranno rispetto dalle loro politiche ed azioni. In un mondo che non è infallibile, questo è il meglio che possiamo fare.
In campi come la scienza, l'ingegneria e la storia, ci sono standard formali di consulenza editoriale. Dovremmo incoraggiare gli autori di articoli e corsi a ricercare la consulenza editoriale, sia attraverso meccanismi accademici formali già esistenti, sia attraverso il meccanismo informale di chiedere a nomi autorevoli del settore il permesso di citare ovviamente la loro dichiarazione di approvazione nell'articolo o corso.
Una dichiarazione di approvazione di consulenza editoriale si applica ad una sola versione di un'opera, non alle versioni modificate. Perciò, quando un corso la riporta, dovrebbe richiedere a chiunque pubblichi una versione modificata del corso di rimuoverla. (L'autore della versione modificata del corso dovrebbe essere libero di cercare nuove dichiarazioni di approvazioni per quella versione).
Dal momemto che nessuna organizzazione sarà responsabile dell'enciclopedia, non ci potrà essere un unico catalogo autorevole. Invece, chiunque sarà libero di fare un catalogo, proprio come chiunque sarà libero di fare consulenza editoriale. I catalogatori acquisteranno rispetto in base alle decisioni che prenderanno.
Le pagine dell'enciclopedia saranno sicuramente elencate nei normali siti di ricerca e forse quelli saranno gli unici cataloghi necessari. Ma veri e propri cataloghi dovrebbero permetterne la ridistribuzione, traduzione e modifica, cioè i criteri per i corsi dovrebbero applicarsi anche ai cataloghi.
Ciò che può essere utilmente fatto fin dall'inizio è avvisare un determinato sito della disponibilità di nuovi articoli per l'enciclopedia, e permettere che si registrino come materiale grezzo per veri e propri cataloghi, non appena qualcuno inizierà a scriverli. Per iniziare, utilizzeremo a questo scopo http://www.gnu.org/encyclopedia
Se una pagina sul web copre argomenti che dovrebbero essere nell'enciclopedia o nella biblioteca del corso, ma la cui licenza è troppo ristretta per qualificarli, non dobbiamo creare dei collegamenti da articoli dell'enciclopedia o dai corsi.Questa norma assicurerà il rispetto delle regole che ci siamo dati, nello stesso modo in cui la norma esclusoria per certi tipi di prove si suppone faccia in modo che la polizia rispetti le proprie regole: non permetttendoci, cioè, di trattare il lavoro che non soddisfa i criteri come se li soddisfacesse.
L'idea della Ragnatela Mondiale è che collegamenti leghino diverse pagine separate in un'entità più ampia. Perciò, quando articoli o corsi dell'enciclopedia si collegheranno ad una determinata pagina, quei collegamenti effettivamente renderanno quella pagina parte dell'enciclopedia. Affermare il contrario sarebbe ingannare se stessi. Se dobbiamo prendere seriamente i criteri precedentemente stabiliti o qualsiasi altro criterio, dobbiamo basare su di essi le nostre azioni, non incorporando una pagina nella nostra rete di pagine se non soddisfa i criteri.
Nel caso in cui un argomento dovesse essere trattato nell'enciclopedia o in un corso, ma non lo è, dobbiamo assicurarci di non dimenticare che c'è una lacuna. La norma esclusoria ce lo ricorderà. Tutte le volte che pensiamo di fare un collegamento alla pagina che non può essere accettata e ci fermiamo a causa della norma esclusoria, questo ci ricorderà che qualcun altro dovrà scrivere un'altra pagina sullo stesso argomento, una che sia abbastanza libera da essere parte dell'enciclopedia. Alla fine, uno di noi la scriverà.
D'altro lato, molte pagine web coprono materiali che non sarebbero normalmente inclusi in un'enciclopedia, per esempio, relazioni accademiche, dettagliati database statistici, fiction e arte, vaste bibliografie e cataloghi di prodotti. Pagine di questo genere, indipendentemente dal fatto che siano abbastanza libere da essere in un'enciclopedia, non rientrano nei suoi scopi. Non rappresentano lacune dell'enciclopedia. Perciò non c'è bisongo di applicare i criteri relativi all'enciclopedia nell'inserire collegamenti a tali pagine.
Produrre una enciclopedia completa che soddisfi i principi di libertà qui affermati richiederà molto tempo, ma alla fine sarà realizzata, a condizione che ci ricordiamo l'obiettivo. Il pericolo più grande è perdere di vista l'obiettivo e di accontentarsi di qualcosa di meno. La norma esclusoria assicurerà che si prosegua fino alla fine.
Starà ai docenti universitari contrastare questa tendenza. Ma c'è più di un modo per farlo. La base più ovvia per obiettarvi è dire "Questo lavoro è mio, e io, non l'università, ho il diritto di venderlo ad una società se lo voglio". Ma questo pone la facoltà sullo stesso egoistico livello morale dell'università, cosicchè nessuna delle due parti ha un vantaggio morale nella discussione.
Se, dall'altro lato, i docenti dicono "voglio poter rendere il mio lavoro pienamente disponibile al pubblico senza alcuna restrizione" essi occupano la posizione morale di maggior rispetto, a cui un'università può opporsi solo mettendosi contro il pubblico, contro l'apprendimento e contro la cultura.
Resistere alla vendita dell'università non sarà facile. Sarebbe meglio che i professori facessero uso di tutti i vantaggi che possono trovare, specialmente quelli morali.
Due altri punti che aiutano sono (1) che alcune prestigiose università probabilmente fagociteranno la maggior parte del business commerciale, così altre università si illuderanno pensando di poter davvero ottenere molta parte dei fondi mettendosi in vendita, e (2) che il business condurrà probabilmente perfino le università d'élite fuori dagli aspetti più lucrativi del settore.
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Aggiornato: $Date: 2001/04/09 00:26:38 $ $Author: bfteam $